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RECENSIONI
Merito maggiore di Albanese è
quello di nutrire la memoria con una ricostruzione piana
e corretta di ciò che avvenne prima durante e dopo
la rivoluzione vesuviana. Non è impresa da poco,
se si considera che nelle scuole i libri di testo continuano
a dedicare appena una decina di righe a un episodio di portata
europea, che alimentò l'idea dell'Unità d'Italia.
Questo volume può costituire materia preziosa per
gl'insegnanti, la base su cui orientare le ricerche degli
studenti
Pietro Gargano
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Oltre che per le puntuali "cronache"
dei singoli episodi, il libro di Albanese si fa apprezzare
in quanto ripropone in chiave personale alcune considerazioni
sul significato e valore di una rivoluzione, quella napoletana
, che ebbe una decisiva influenza sul destino del nostro
Paese. Essa, infatti - come ebbe a ribadire Benedetto Croce
- servì a far uscire gli italiani da un lungo letargo,
svegliando in loro il desiderio di riconquistare diritti
fondamentali smarriti purtroppo da tanti secoli
Pasquale Tempesta
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Merito dell'autore di aver scritto
un bel libro per ricordare quelle vicende che si conclusero
tragicamente con il massacro di piazza Mercato, dove furono
spenti nel sangue filosofi, scienziati, statisti, tutta
la più illustre nobiltà napoletana e l'alto
clero che si erano schierati per la filosofia, per la libertà
e per un vero Stato fondato sulla ragione e sulla giustizia
Gaetano Afeltra
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Come studioso della storia di Napoli
e particolarmente del '700 napoletano, non poteva mancare
all'appuntamento col bicentenario della rivoluzione del
1799 e ha dato perciò alle stampe questo libro, che
sta già riscuotendo un notevole successo editoriale.
Si tratta dui un'opera di carattere divulgativo, che vuole
però mantenersi scrupolosamente fedele alla ricostruzione
storica degli avvenimenti di quell'anno
Francesco Volpe (Università
di Salerno)
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Camillo Albanese ha ripercorso la
cronaca di quei mesi con lo scrupolo di un cronista e lo
spirito di uno storico
Gianfranco Fabi
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Un motivo che rende la lettura delle
pagine di Albanese avvincente e spesso coinvolgente, ci
sia, e vada subito evidenziato. Il primo motivo chiama in
causa la stessa origine napoletana dell'autore, e quindi
l'interesse, costante e ben visibile, che Albanese ha sempre
manifestato verso questa sua inconfondibile città
natale; verso la sua gente, le sue "radici", indagate
- anzi rivisitate - ormai da parecchi anni con un sentimento
di costante e partecipante solidarietà, in cui non
manca mai di convivere anche un umanissimo tratto di "pietas
loci".
Il secondo motivo, forse più contingente
ma non meno decisivo, è legato alla stessa professione
di Albanese che riesce a unire alla passione costante per
la memoria storica l'attività professionale del giornalista
- scrittore, e quindi - appena si mette a rievocare sulle
pagine quanto è andato accadendo esattamente due
secoli orsono - conosce quelle autentiche regole del buon
mestiere, per cui sa farsi leggere, sa cioè attrarre,
anzi sedurre il lettore, e condurlo simbolicamente per mano,
così da riuscire a fargli in un certo senso"vedere"
i personaggi, i luoghi, le vicende - anche quelle aneddoticamente
meno avvincenti -, di cui la Napoli del '99
Arturo Colombo (Università
di Pavia)
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