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RECENSIONI
Ecco il Decamerone napoletano: avventure
piccanti e autentiche degne del grande Boccaccio
Gaetano Afeltra
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Napoli, dove la storia è aneddoto
Un gustoso libro nel quale sono ricostruite,
grazie ad un'accurata ricerca bibliografica, alcune deliziose
"storie" napoletane che - pur avendo il sapore
di aneddoti - sono fatti realmente accaduti
Pasquale Tempesta
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Le più belle storie Napoletane
Albanese è un giornalista
versato negli studi della storia del Mezzogiorno e accanto
a Cronache di una rivoluzione, rigoroso resoconto degli
accadimenti del 1799, quest'ultima sua fatica potrebbe apparire
come una divulgazione fra il folklore, i personaggi grandi
e piccoli che hanno lasciato un segno su quella eterna ribalta
che è Napoli, le origini di certi luoghi, demoliti
e ancora esistenti, che fanno da scenografia, se l'autore
non si fosse preoccupato di documentarsi. In tal modo l'aneddotica
è intrisa di storia, da quella delle dinastie a quella
delle vicende belliche, sorta di prologhi nei quali donne
e uomini, di alto lignaggio o di estrazione popolare, castelli,
chiese e conventi si incastonano con la stessa evidenza
di una pietra preziosa in un monile.
Giorgio Prestinenza
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Se studiassimo la storia per aneddoti
- come predicava Mérimée e pratica Albanese
- invece che per date i giovani ne capirebbero forse meglio
il senso e dunque l'utilità. In questa raccolta di
aneddoti, apparentemente slegati, in realtà c'è
una trama, c'è un filo conduttore.
È la "napoletanità":
un concetto vago, impalpabile, affiorante ora in senso picaresco,
ora in chiave drammatica, ora in tono epico, ora in forma
munifica, ora in versione semplicemente cialtrona. Ma sempre
riconoscibile, eguale a se stessa, immutabile, sia che i
padroni del momento parlino in francese o in castigliano,
in catalano o in tedesco, o in dialetto napoletano come
usavano gli ultimi re borbonici.
In certe nobildonne, ho riconosciuto ammiratissime
signore della borghesia di oggi. Lo sfarzo delle corti,
lo rivedo nella pomposità di certi circoli o nella
ricchezza un po' barocca di appartamentoni e ville, molto
esclusive, di Posillipo. L'atmosfera un po' sbracata delle
feste all'aperto nei "casini" di campagna la si
ritrova nelle sere di giugno nella piazzetta a Capri. Che
sul trono sieda Federico II o il comandante Lauro, Roberto
d'Angiò o Bassolino, Napoli non cambia: è
la sua forza è la sua debolezza. E Camillo Albanese
ce lo dimostra con l'aria lieve di chi sta raccontando robetta
di poco conto
Giovanni de Felice
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La storia può anche divertire
La storia del Sud vista con ironia
e curiosità, attraverso personaggi spesso trascurati
dalla manualistica, ma per molti versi emblematici del loro
tempo, con le loro storie più piccole, i loro vizi
e anche le loro stranezze. Le più belle del reame
Un compendio di storie napoletane
che anche la più
feconda fantasia avrebbe potuto inventare
A. R.
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"Le più belle" di Camillo
Albanese
Dalla lettura del libro di Camillo
Albanese Le più belle del reame abbiamo tratto il
convincimento che si tratta di storia di prim'ordine, scritta
in maniera esemplare. Il contenuto è interessante
e piacevole e quanto allo stile ripeto quello che mi disse
un giorno un grande maestro della lingua italiana, commentando
i testi di Camillo Albanese: "ha il pregio della snellezza,
asciutto e secco come il bouquet nei vini di pregio
Jole Zangari
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L'amore ai tempi di Ferrante d'Aragona
Le più belle del reame titolo
a double-face dal momento che con l'espressione "più
belle" si allude alle storie narrate nel volume più
che alle protagoniste dello stesso. Circa una trentina,
le storie scelte dall'autore coprono un arco di tempo che
va dal Duecento all'Ottocento e sono essenzialmente aneddotiche.
Del resto in epigrafe al libro, è riportata un'appropriata
massima di Prospero Mérimée : "Nella
storia amo soltanto gli aneddoti"
spesso accattivanti, i capitoli del libro,
specie quelli basati su vicende d'amore
Vittorio Paliotti
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Le storie di Albanese
Una narrazione scorrevole, coinvolgente,
carica di ironia, che rende noti fatti e personaggi di una
storia "ingrata da narrare; quella del Mezzogiorno,
come ebbe a dire Benedetto Croce.
Tanti sono gli aneddoti che affascineranno
il lettori.
Elite e popolo, nobili decaduti e
"pezzenti sagliuti", storie e leggende, feste
e immortali melodie composte da Donizzetti, Rossini, Bellini,
la storia del San Carlo - ammirato da Stendhal - grandezza
di un Regno attraversato da dominazioni diverse, abbattuto
e sempre rinato a nuova vita
Maresa Galli
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